LA CHIESA E IL CONVENTO DELLA S. SPINA
Sec. XIV
Storia e funzione sociale del Santuario
Il Santuario di S. Maria della Spina è ubicato in alta collina, circondato da boschi, al limite del Parco Nazionale. Sappiamo dalla “Cronaca” del Mannarino del 1721 che “il primo titolo di questo monastero fu Santa Maria del Romitorio” poiché fu primariamente abitato dai primi Romiti dell’Ordine Certosino. Fu poi titolato Santa Maria dei Frati, perché circa l’anno 1320 fu utilizzato dai primi frati di San Francesco. Nella divisione di quell’ordine restò in potere dei “Conventuali”. Nel 1523 Dionisio Sacco, confessore di regine in Francia, dotò il Santuario di una spina della corona del Nazareno ed il cenobio da allora fu oggetto di pellegrinaggi e di profonda venerazione. Poi a distanza di 50 anni la reliquia fu prese in esame dalla Controriforma per cui subì un processo di autenticità … e fu assolta. Dopo il terremoto del 1638 la chiesa, detta ormai “S. Maria della Spina” fu oggetto di profonde modifiche. La data del 1699 del portale può segnare dunque la fine di questi lavori. Dal 1832 una processione detta il Calvario con personaggi in costume, a ringraziamento delle poche vittime del terremoto di quell’anno, scende in paese dietro la sacra reliquia che ritorna nel Santuario dopo qualche giorno. Oggi come allora fede e tradizione allertano folle di pellegrini in processione provenienti dai paesi vicini ma anche da tutt’Italia. Vi è da dire ancora che nel XIX sec: il Convento funzionò come scuola per giovani Francescani provenienti da più parti d’Italia.
Madonna della Scuola del Gaggini del 1554
L’impianto artistico
“La chiesa originariamente era framezzata per lungo con un ordine di archi di pietra bianca lavorati all’antica, e sui pilastri e lapidi sepolcrali del pavimento intagliate iscrizioni degnissime greche e latine” (Mannarino, Cronica del 1721). Gli archi furono tolti ed il pavimento rifatto, delle antiche iscrizioni non resta che qualche venerando frammento. Il nuovo progetto previde “una nuova pianta mutata di tutto in tutto l’ordine e modello antico”. Autore o committente della nuova fabbrica fu padre Giuseppe Spinelli da Policastro che lasciò immutato il campanile “ma con cupola piramidale e merlato e palustrato alla cima per comodità di passeggiarvi”. La Chiesa invece subì modifiche anche nell’orientamento: “…….l’atrio che era a occidente con entrata a tramontana oggi è sacrestia e la porta maggiore di detta chiesa è aperta con faccia a oriente dove prima era l’altare maggiore, molto adornata e pregevole ”. Da precisare che l’atrio originario era costituito da un portico con tre entrate ad arco gotico. Il soffitto nel ‘600 fu ricoperto di “scelta pittura … sopra il cornicione in ambo i lati effigiandone i misteri della dolorosa Passione di Gesù Cristo”. La chiesa ha navata unica e tetto a capanna. Di notevole interesse è il portale in pietra locale ambrata ad arco a tutto sesto, seicentesco; presenta sulle lesene lalbero cosmi-co Maya con relativa iconografia, in commistione col cattolico mistero della passione del Cristo. Evidentemente il riferimento è alla evangelizzazione francescana del Messico avvenuta nel 1525. Internamente, nell’abside un grande quadro seicentesco riporta la storia della venuta della Spina del Nazzareno in Policastro passando da mano in mano: dalla Regina a Dionisio Sacco, da questi a Ludovico albo che materialmente la portò nel convento consegnandola a Nicola Mauro, rettore.
L’altare ed il cappellone
L’altare maggiore è in marmi policromi a tarsia. Dietro l’altare posto molto in alto con accesso da due rampe laterali vi è “il cappellone che fu fatto lavorare di legno di tiglio dal Padre Ludovico fratello di detto Padre Giuseppe, con dodici statuette con le loro reliquie e cristallo…, e ciascuna nella sua nicchia,…”. Da sottolineare la presenza di una “… statua di marmo finissima, di Maria Madre delle Grazie con il suo pargoletto nume in braccio” e non vi sono dubbi che il suo apprezzamento sia per la scultura gaginesca del 1554.” Nel 1789, tutto “l’intempiato” del tetto fu adornato di preziosa pittura dal settecentesco Cristoforo Santanna sostituendo quella in bianco e nero di fine seicento. A destra una porta dà accesso al monastero
Famiglia Mariana
Siamo dei «contemplativi con il grembiule», preghiamo ed evangelizziamo, adoriamo e serviamo…La Famiglia Mariana “Le 5 Pietre” dal 2020 ha fatto rivivere il Convento della Santa Spina, con momenti di Preghiera e fraternità per tutta la comunità di Petilia Policastro e dintorni.
