CHIESA DI SAN NICOLA VESCOVO DI MIRA

Sec. XVI

Storia

Tempio religioso storico per l’abitato di Cotronei, ivi presente fin dal 1535. Presenta una facciata molto singolare e riccamente decorata: caratteristica la presenza di colonne binate alternate a colonne singole sia in un primo che in un secondo ordine. Negli intercolunni si aprono quattro nicchie per ordine. Sul portale in rilievo, delimitato da ovale, vi è un busto di San Nicola Vescovo di Mira ed è proprio la sua presenza a richiamare l’epoca in cui il paese è stato densamente coabitato da emigrati provenienti dalla grecia. Dallo storico Pesavento che cita documenti del 1727 si riporta parte di una importante descrizione del tempio così come ab antiquo era strutturato: “La chiesa matrice de Cotronei è situata in forma di isola nella parte australe dedicata al Glorioso Arcivescovo di Mira S. Nicolò Pontefice detto di Bari è Parocchia di detta terra nella quale convengono tutti li cittadini a far le funzioni ecclesiastiche ed a ricevere i S. Sagramenti. Fu fondata dal Publico il qual è obligato mantener la nave della chiesa a sue spese, com’altresi quella di S. Nicolò, e del Venerabile qualora non si rendessero sufficienti le rendite che tiene assegnate per il mantenimento, com’ancora è tenuto a somministrar le cavalcature a Preti per andar a pigliar l’olii santi nel giovedi Santo e l’accompagnamento dovuto, e decente. Intorno alla chiesa vi sta il cimitero ristretto da piccolo muro che lo dimostra luogo immune e di Refuggio … dentro il coro  una custodia grande ben fatta dorata che dalla Annun.ta di Napoli fu trasportata qui dalla devozione de’ Baroni Sersali dalla di cui pietà fu eretto dell’altare come lo dimostrano l’imprese laterali”.

ARTE

 

La chiesa di S. Nicola è oggi il fiore all’occhiello della vita religiosa della cittadina di Cotronei, vi si celebrano feste e sacramenti. Pur modesta nelle suppellettili è oltremodo accogliente. A destra si eleva, accorpata alla fabbrica, la torre dell’orologio. Al centro si apre un finestrone circolare che forse una volta era decorato da un rosone in pietra. Il prospetto in alto è andato via via cadendo, fino a lasciare una alzata che dà il senso dell’incompiuto. A sinistra una statua in pietra, i cui simboli iconografici sono di difficile lettura, si erge in modo quasi innaturale poiché è venuto a mancare il nesso logico con la cimasa della facciata. La fabbrica ha opera muraria con i fori dell’impalcatura a vista. Era previsto forse un completamento ed anche le colonne lasciano arguire un qualche progetto di rifiniture o di rivestimento. Unico indizio di stile tardo barocco sono le due volute in alto che racchiudono il secondo ordine, senza queste l’aspetto sarebbe decisamente neoclassico. Il portale è semplice e segnato da un contorno lineare. L’interno a tre navate ripropone verso l’altare maggiore il gioco delle colonne binate. E stata restaurata di recente ed ha pochi arredi: qualche statua processionale in gesso e in carta pesta. Una piccola acquasantiera in granito, con basamento rovesciato e balaustro in pietra è uno dei pochi resti dell’arredo liturgico antico. La chiesa ha tuttavia una documentazione che risale al 1634, anno in cui dalle relazioni “ ad limina” dei vescovi risulta esservi un cappellano ed una confraternita laica nel 1675 annessa alla cappella del SS Sacramento.