LA CHIESA DI SAN NICOLA PONTEFICE O MATRICE

Sec. XVII

Storia

Era chiamata nell’antichità Chiesa di San Nicola dei Latini per distinguerla da quella di San Nicola dei Greci oggi non più esistente. Per più elementi di valutazione è attiva almeno dal 1600. Avendo rappresentato da molto tempo l’arcipretura ha sempre svolto nel paese un ruolo sociale particolare che sembra esser diventato maggiore  da quando hanno cominciato ad interessarsi  di questa parrocchia i padri Ardorini. Fin da tempi remoti fece capo a questa chiesa  l’arciconfraternita del SS.  Sacramento che secondo don Domenico Sisca era così ricca che nel 1685 a proprie spese operò il restauro della chiesa. All’arcipretura erano collegate  le antiche parrocchie di Sant’Angelo della Piazza  (ubicata sotto via Arringa ma oggi non più esistente) e di Santa Maria dei Francesi. Comunque la chiesa Matrice  ebbe pure il nome fino al 1808 di  “Chiesa del Santissimo”. Antistante la facciata principale si apre un “largo”, giusta la tradizione urbanistica dell’epoca medievale.

Nella chiesa la nobile arte del pittore Francesco Giordano settecentesco, “La Sacra Famiglia”

Valore artistico:

Si compone di una struttura rettangolare,  in mezzo la navata centrale, più ampia e più alta, ai lati due navate più strette e più basse, il tetto è a botte. Due opere molto valide sotto il profilo dei beni culturali arricchiscono il tempio: una “Sacra Famiglia”, opera del pittore policastrese Francesco Giordano ed un “S. Sebastiano Martire” che orna l’altare dell’antica nobile famiglia dei Callea, opera quasi conforme a quella realizzata dal famoso pittore di Taverna Mattia Preti. Dietro il portone centrale è infine ubicata una acquasantiera in pietra calcarea massiccia e preziosa per la sua fattura in stile rinascimentale.    E’ dunque una delle Chiese di Petilia più ricca di opere d’arte e di memoria storica. La facciata con tetto a due spioventi e timpano, è spartita da lesene lisce. Il portale maggiore è in pietra  a vista, ad arco, con architrave a dentelli; la fascia decorativa con racemi in bassorilievo è fra lesene  scanalate, terminanti in fogliami e volute joniche con due angeli in altorilievo tra l’arco e i capitelli. Nella fascia più alta in ovale risulta la data “1651”. Più in basso “Sia laudato il SS.mo Sacramento P.” “P.F. 1685”. Il campanile in tre ordini, ha la base più larga con in mezzo un passaggio con arcata a sesto acuto. Nel secondo ordine si notano le sculture in pietra dei SS. Pietro e Paolo; sul retro vi è un busto anche in pietra raffigurante San Nicola Pontefice. Sull’arco maggiore un cartiglio sagomato con decori a stucco, mostra il calice con l’Ostia. L’abside semicircolare, spartita a spicchi, ha un coro ligneo con ventiquattro stalli  superiori e scanni inferiori più semplici risalenti al secolo XIX. Sul fondo, in una cornice a muro, un dipinto molto inscurito raffigura San Nicola Pontefice con personaggi ai lati. Il catino absidale ha decorazioni a stucco molto elaborate. Il pavimento è in cotto. A destra dell’entrata vi è una conca battesimale su  base cilindrica,  corpo in pietra lavorata a baccelli e una fascia a decori vegetali. Sul primo pilastro a destra di marmo scuro vi è una iscrizione di consacrazione: Di sicuro interesse è un altorilievo raffigurante la Pietà di pietra forte con tracce di colore. La vergine a mezzobusto ha il petto prominente e la veste a pieghe. Il Cristo a figura intera è posto trasversalmente e presenta anomalie di proporzione rispetto alla Madonna. Il gruppo è murato. Nell’abside sono collocate le due tele provenienti dalla chiesa ormai non più esistente di Santa Caterina: SAN PIETRO e  la VERGINE del CARMELO. Le tele suddette fanno parte ormai da secoli del patrimonio dei beni culturali di Petilia.

Nella cappella laterale della nobile famiglia Callea Pittura di S. Sebastiano

Nella cappella laterale della nobile famiglia Callea Pittura di S. Sebastiano

Gli altari 

Sul lato sinistro per chi entra vi era un altare di marmo, patrocinato dalla famiglia Tronca, oggi non è più esistente. A lato destro l’altare della famiglia Carvelli  con su la tela del Giordano già citata la scritta “Giuseppe eresse la cappella all’almo Gesù. Sul lato sinistro l’altare di  San Sebastiano, in marmi policromi, con quadro del Santo così descritto dal Mannarino nel 1721 ” Evvi a destra la Cappella di San Sebastiano Martire primo Protettore della Città, fondata dalla nobilissima Famiglia Callea ed arricchita di fondi con un Pio monte“;